Descrizione | |
Haruki è il nome, Murakami il cognome. Ma in giapponese il cognome precede il nome, e quindi l'ordine dei due elementi viene invertito. Comunque si pronunci, resta uno dei pochi scrittori viventi in grado di vendere milioni di copie in un mese e di comparire tutti gli anni tra i candidati al Premio Nobel. Senza che della sua vita privata si conosca nulla o quasi. Sappiamo che è nato a Kyoto nel 1949, che ha girato il mondo, che adora la musica (classica, jazz e rock) e che ha una collezione di dischi pazzesca (più di diecimila album). Negli anni '70 ha gestito un bar a Tokyo, il Peter Cat, in cui tutto parlava il linguaggio dei gatti, tanto cari all'autore: dal nome del locale all'insegna, dalle tazze ai tavoli. Per il resto, il suo mondo è quello dei libri: da quello d'esordio, scritto nel 1973 e pubblicato nel 1979, a La strana biblioteca, l'ultimo romanzo tradotto da Einaudi, in libreria dal 17 novembre. Si tratta di una storia in cui le atmosfere più amate di Murakami t ornano prepotentemente, riportandoci al mondo onirico di Sonno, 1Q84, Kafka sulla spiaggia. I protagonisti sono un ragazzo e, appunto, una strana biblioteca. Per soddisfare la sua curiosità di lettore, il ragazzo verrà chiuso nel sotterraneo della biblioteca da un malvagio vecchietto. Qui gli capiterà qualcosa di totalmente inaspettato. Approfittiamo di questa nuova avventura per riscoprire tutti i libri più belli dello scrittore giapponese, l'unico che riesce a trasportarci sempre in un mondo onirico, surreale e incredibilmente rivelatore. Le biblioteche contengono storie. Le storie contengono universi. E certi universi possono essere molto pericolosi. Una fiaba misteriosa sul potere della lettura: liberarci dalla prigione dell'infelicità. Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca. Certo, anche la sua richiesta è un po' strana. Chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la sua ultima curiosità ( è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell'Impero ottomano. La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Qui l'aspetta un altro bibliotecario, ancora più bizzarro della prima: «Aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli restavano ciuffi di capelli bianchi ritorti, come in un bosco dopo un incendio». È davvero una ben strana biblioteca, questa! Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l'uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta... Una fiaba fantastica e immaginifica sul potere della lettura nel darci le chiavi per fuggire dalla prigione dell'infelicità. | |
Scheda creata Venerdi' 20 novembre 2015 | |
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