Descrizione | |
L’insegnamento che viene dall’analisi dei disturbi mentali, dal dialogo con i malati, illumina i processi di formazione del pensiero e della coscienza ed evidenzia l’oscurità e l’angoscia che si connettono al loro sviluppo.
Un primo linguaggio, nel primo anno di vita, dà ordine alle sensazioni e costruisce nella mente una coscienza primitiva (Assoluta, Sartre). Coscienza originaria di un mondo terrifico e insopportabile, che solo lo studio dell’esperienza psicotica oggi permette di intravedere (Antonin Art
aud). Lo sviluppo successivo e difensivo della coscienza riflessiva permette l’esistenza del pensiero ma ne limita la potenzialità conoscitiva. La paura del crollo e disfacimento del primo costrutto del mondo la ritroviamo attenuata nell’angoscia del vivere e di morire, che si rivelano fondamentali nel condizionare la nostra esperienza di vita. Sia nel pensiero che chiamiamo psicopatologico, sia in quello che impropriamente definiamo normale, in modo eguale ma con intensità diversa. La coscienza di noi st essi e la capacità di conoscenza del mondo, così ferite e menomate, accartocciate su sé stesse, ci portano verso un costante strutturale disastro relazionale, che l’analisi storica, sociale ed individuale pone sotto i nostri occhi che non vogliono vedere. È necessario iniziare a vivere una nuova estraneità a noi stessi, per poter incontrare gli Altri e dismettere ostilità e violenza, travolti come siamo dal velleitario fantasma di un’infinita sopravvivenza e obnubilati dalla non accettazione della condizione umana. | |
Scheda creata Venerdi' 8 aprile 2016 | |
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