Descrizione | |
Come era stato annunciato, il numero che caratterizza il tredicesimo anno di vita di “Ladin!”, mantiene lo stile dei precedenti, è soltanto un poco più corposo. Esso contiene 4 saggi scientifici o di ricerca: nel primo, il professor Maurizio Reberschak ricorda Luigi Nicolai, lo studioso autore del dizionario etimologico del ladino di Selva di Cadore; il secondo è un contributo più esteso e completo di quello uscito sul “Lunario Ladin” nel 2015, sulla pratica delle Rogazioni nel territorio ladino bellunese; nel terzo, Angelo Santin onora la figura, l'opera e l'eredità dello scrittore di fama internazionale Sebastiano Vassalli, scomparso alcuni mesi fa e fortemente legato alla Val di Zoldo; nell'ultimo, infine, Gian Antonio Casanova Fuga rievoca i lavori boschivi in Comelico all'inizio del '900. 6 “Fregores de cultura” spaziano dagli strani segni sulla roccia notati presso il Lago del Coldai ad uomini e luoghi della nostra montagna, fino a due personaggi locali, Don Isaia Cimolato e Bruno De Pellegrin, distintisi nell'insegnamento e nell'arte. Due racconti e 14 componimenti in versi, tra cui la lunga “Lode masciza che senpre val, adatada in ogni tenpo a ra Banca Comunal” (1844), a lungo ritenuta il primo testo scritto in ampezzano, caratterizzano la sezione di letteratura; 15 recensioni di volumi (tre dei quali editi recentemente dall'Istituto e altri due in collaborazione) e quella di una mostra d'arte, completano il numero. Se sia riuscito meglio degli altri o meno, l 'Istituto lascia giudicare ai lettori. Noi, come sempre, ci abbiamo messo passione e impegno, per conservare i valori della cultura ladina bellunese. | |
Scheda creata Martedi' 14 giugno 2016 | |
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Dati aggiornati a settembre 2020
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