Descrizione | |
L’Aminta è un portento”: il giudizio di Carducci rimane ancora valido dopo più di un secolo. Tasso scrisse questa “favola boschereccia” nel 1573 per la corte ferrarese degli Estensi.
La storia a lieto fine dell’amore di Aminta e Silvia, tra fughe ed equivoci, si svolge in un mondo pastorale mitico. E il vero protagonista è proprio il paesaggio, il fascino ambiguo della natura, fantasma di una età dell’oro lontanissima dagli intrighi delle corti. È l’ultimo momento di felicità del Tasso, prima di immergersi del tutto nelle tormentate vicende della Gerusalemme liberata. L’edizione ripresenta il saggio introduttivo ormai classico di Mario Fubini e le note di Bruno Maier. | |
Scheda creata Venerdi' 10 marzo 2017 | |
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