Descrizione | |
C’è una razionalità propria della politica? Da questa razionalità consegue un male specificatamente politico? Domande che per Ricoeur definiscono il “paradosso politico”, a partire dal quale s’è confrontato con Hannah Arendt. Un dialogo attorno alle categorie di potere, potenza, autorità, forza e violenza con cui la Arendt – maestra delle “distinzioni” – ha indagato da un lato l’incarnazione novecentesca del male politico, il totalitarismo, all’altro un modo d’essere della politica che fuoriesca dalla equazione “potere = forza+violenza”. Il potere e l’autorità – questa per Ricoeur è l’eredità della Arendt – sono un argine al male politico. Quando il potere – come azione che contrasta la fragilità del mondo – non dimentica la sua radice nel miracolo terreno: la natalità, l’accadere dell’inatteso. Un’eredità che è anche dell’antropologia filosofica delineata in Vita activa, con le distinzioni tra lavoro, opera e azione. | |
L’autore | |
PAUL RICOEUR (1913-2005) è stato tra i più importanti filosofi della seconda metà del xx secolo. Presso la Morcelliana ricordiamo: Kierkegaard. La filosofia e l’“eccezione” (19962); Il giudizio medico (2006); Il simbolo dà a pensare (20062); La persona (20064); Altrimenti. Lettura di Altrimenti che essere o al di là dell’essenza di Emmanuel Levinas (2007); Amore e giustizia (20073); La traduzione. Una sfida etica (20073); Il diritto di punire (2012); Etica e morale (20142); Il male. Una sfida alla filosofia e alla teologia (20156); L’Europa e la sua memoria (2017). | |
Scheda creata Lunedi' 27 novembre 2017 | |
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