Descrizione | |
Uno fra i più autorevoli storici dell’arte dei nostri giorni si interroga sul perché l’idea stessa di immagine, il suo fascino e la sua potenza siano temi sempre attuali. Questo dipende in primo luogo dall’inedita predominanza del visuale in tutti gli ambiti del nostro quotidiano. Ma dietro si annida un problema più profondo e paradossale: le immagini, in quanto artefatti, non possiedono vita propria, eppure sviluppano una presenza che le differenzia e le eleva rispetto alla materia inanimata. Da qui l’aspettativa che la riflessione possa spingersi oltre il livello del puro sguardo, della mera contemplazione. Nell’apparente conflitto tra fissità e vitalità sta il vero potere attivo delle immagini. Partendo da questo presupposto, Horst Bredekamp sviluppa una teoria dell’atto iconico complementare a quella dell’atto linguistico e distingue tre aree in cui le immagini operano attivamente: la vita artificiale, lo scambio di immagine e corpo e l’energia autonoma della forma. Il volume rappresenta la summa di decennali ricerche sulla fenomenologia delle immagini e sulla loro forza intrinseca. | |
L'autore | |
Horst Bredekamp insegna Storia dell’arte alla Humboldt-Universitat di Berlino. È stato insignito del Sigmund-Freud-Preis per la prosa scientifica. Per il suo straordinario contributo alla storia dell’arte ha ricevuto l’Aby-M.-Warburg-Preis, il Max-Planck-Forschungspreis e il Richard- Hamann-Preis. | |
Scheda creata Domenica 3 dicembre 2017 | |
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