Descrizione | |
"Il giapponese di Varsavia" è un racconto del 1979, che testimonia l’interesse di Shusaku Endo per la figura di Massimiliano Kolbe, il frate polacco, ora santo, che aveva vissuto come missionario in Giappone prima di morire nel campo di stermino di Auschwitz nel 1941. Il racconto è il segno della predilezione che Endo prova per coloro che, pur essendo considerati deboli e inutili, compiono il gesto supremo di offrire la propria vita per gli altri. Ne "Un uomo di quarant’anni", scritto nel 1964 e tra i testi
più ammirati e più frequentemente inseriti nelle antologie giapponesi, che apre questa raccolta di racconti di Shusaku Endo: per ammettere una colpa che lo affligge da tempo e che non è riuscito a raccontare nemmeno al prete in confessionale, un uomo si confida a un merlo indiano perché lo sguardo del volatile è colmo di compassione e privo di condanna. In "Unzen", pubblicato nel 1965, l’autore introduce la figura dell’apostata Kichijiro, uno dei personaggi centrali del romanzo "Silenzio", uscito l’anno successivo, e descrive il proprio pellegrinaggio verso le sorgenti calde e solforose del monte Unzen, dove molti cristiani del Seicento furono torturati e costretti all’abiura. sommario | |
Scheda creata Sabato 7 aprile 2018 | |
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