Descrizione | |
In un mondo segnato dalla fretta e dalla superficialità, leggere pagine sulla contemplazione può essere un gesto controcorrente. E se sono pagine scritte da uno dei più celebri scrittori del Novecento, tale scelta sarà ripagata dalla scoperta di una profondità intellettuale di cui la piattezza di certa cultura contemporanea nemmeno sospetta l’esistenza. Mentre scriveva questi testi, Thomas Merton, l’indimenticato bohémien marxista diventato trappista, viveva ancora la sorprendente scoperta della propria interiorità alla luce del mistero cristiano. E riversava in questo libro la ricchezza della propria meditazione sul significato della contemplazione: «La profonda, penetrante visione di una verità che ne abbraccia tutti gli elementi essenziali in un unico colpo d’occhio». A tale stadio spirituale sono chiamati tutti i credenti: non solo frati, suore, preti o monaci, ma anche chi abita a Harlem o la casalinga presa dalle faccende – sostiene il trappista americano. Contemplare vuol dire ved ere Dio attraverso un’infinità carità che ci restituisce il dovere di un amore altrettanto infinito per ogni creatura. La contemplazione non è sinonimo di «raffinato estetismo spirituale» bensì la possibilità di diventare «capaci di trovare Dio per vie ignote e impercettibili». In altre parole, resistere alla «bancarotta spirituale» dei tempi moderni. Leggere Thomas Merton, «un grande americano» secondo papa Francesco, vuol dire iniziare un viaggio verso la verità di Dio, il quale si nasconde (an che) dentro di noi. | |
Scheda creata Giovedi' 5 luglio 2018 | |
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