Descrizione | |
Alessandro Sacco 169. Alto tradimento Il processo contro Pietro Fortunato Calvi e correi (1853-1855) Pietro Fortunato Calvi (1817-1855) è un’icona del Risorgimento in Cadore. Dopo il Quarantotto, in cui fu protagonista fra la Venezia repubblicana e – appunto – il Cadore, come tanti altri patrioti si recò esule a Torino. Qui le sue vicende si inseriscono nel contesto della città sabauda a metà Ottocento, dove gli esuli conducevano una vita segnata dalle ristrettezze economiche e dall’isolamento. Fu soprattutto Mazzini a influenzarlo, inducendolo all’infelice spedizione dell’estate 1853: partendo dalla Svizzera, Calvi avrebbe dovuto guidare un’insurrezione nel Bellunese, ma fu invece arrestato la notte del 17 settembre 1853 da due gendarmi in un’osteria di Cogolo (Tn), dove aveva preso alloggio. Dai documenti analizzati dall’autore, per lo più inediti e conservati presso gli Archivi di Stato di Mantova e Venezia, è possibile ricostruire la lunga trafila di interrogatori a cui Calvi e compagni furono sottoposti, prima dai militari austriaci e poi da una speciale Corte di Giustizia, fino all’esecuzione sul patibolo nel luglio 1855. Allo stesso tempo, dalle lettere e dagli atti processuali emergono anche gli aspetti più umani e intimi di un giovane che dovette fare fronte alle tragiche conseguenze delle proprie scelte, compiute in forte opposizione alla famiglia e al sistema militare austriaco. | |
Scheda creata Martedi' 24 luglio 2018 | |
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