Descrizione | |
Erio Castellucci Lettera di un vescovo a don Milani Collana: F11 Le ispiere Don Lorenzo Milani non era tenero con i vescovi. Era un «obbediente scomodo» per il quale la virtù non consisteva nell'acquiescenza e neppure nella rassegnazione o nell'accettazione passiva. Era invece libertà di parola, correzione filiale, dissenso leale e aperto, nella caparbia volontà di rimanere dentro la Chiesa e vedersi riconoscere dai superiori. Nient’altro ha fatto soffrire tanto don Milani quanto l’indifferenza, il sospetto e l’ostilità che percepiva da parte della Curia fiorentina e in parte anche dal suo vescovo. D’altronde non era certamente semplice fare i conti con un carattere forte come quello di don Milani, dotato di un linguaggio tagliente e provocatorio e di una personalità allergica a ogni compromesso. Sommario Premessa. Il vescovo come uno scolaretto. Il vescovo giù dal piedistallo. Lo spazio, il tempo e le competenze del vescovo. Il rischio del vescovo ingannato. | |
Scheda creata Lunedi' 1 aprile 2019 | |
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