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Bioetica tra passato e futuro Da Van Potter alla società 5.0 di Enrico Larghero (ed.) e Mariella Lombardi Ricci (ed.) Pubblicato da: Effatà Collana: Studi bioetici Argomenti: antropologia, bioetica, comunicazione, etica, magistero, medicina, morale, teologia. Le tecno-scienze dominano il mondo globale; tuttavia la scienza non è un’etica e non basta che una scoperta sia in apparenza rivoluzionaria per renderla moralmente accettabile; è indispensabile una profonda riflessione, che non può non affondare le radici anche nel nostro passato. Nel tempo la scienza e la tecnica, a supporto dell’arte medica, hanno aperto nuove prospettive di cura mutando radicalmente e talvolta irreversibilmente i concetti di salute e di malattia, di vita e di morte. Da tali presupposti è nata la bioetica, disciplina che dagli anni Settanta si è rapidamente diffusa e affermata nel mondo. Cinque decenni sono pochi, ma possono essere un tempo sufficiente per mettere in evidenza le potenzialità, le attese disattese, gli errori e soprattutto cogliere dall’esperienza quale possa essere la nuova mission. Da allora, di strada scienza e tecnica ne hanno fatta molta. E la bioetica? Nata per scuotere le coscienze proprio agli esordi di quelle attività che oggi fanno discutere filosofi e scienziati sulle reali possibilità schiuse dall’uomo all’uomo – non ultimo il potenziamento dell’umano – ci è sembrato opportuno chiederci se la bioetica abbia saputo, o potuto, svolgere il compito per cui era nata. Libreria Campedèl Professionisti al vostro servizio | |
Scheda creata Giovedi' 16 gennaio 2020 | |
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