Nella nota biografica che accompagnava un suo libro, Cristina Campo diceva di se stessa: "Ha scritto poco e le piacerebbe avere scritto meno" Quel poco è quasi tutto raccolto in questo libro e imporrà una constatazione a ogni lettore percettivo: queste pagine appartengono a quanto di più bello si sia mostrato in prosa italiana negli ultimi cinquant'anni Cristina Campo era un'imperdonabile, nel senso che la parola ha nel saggio che dà il titolo a questo libro: come Marianne Moore, come Hofmannsthal, come Benn, come la Weil, aveva la "passione della perfezione" Non altrimenti avrebbe potuto scrivere le pagine che qui si leggono su Chopin o sulla fiaba, sulle Mille e una notte o sul linguaggio "Saluto una sapienza oggi fra le più strane" ha scritto Ceronetti, una volta, della Campo Forse è venuto il tempo perché i lettori si accorgano che in Italia, in mezzo a tanti promotori delle proprie mediocrità, è vissuta anche questa "trappista della perfezione" | |
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