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Cento modi di leggere il Natale nella poesia italiana del Novecento. * * * Raffaele Crovi Natale tra i prodighi Il respiro filtrato delle caldaie dà calore alle case. D'improvviso è Natale e la città esiste, godibile di voci e suoni lenti, dopo il chiassoso attrito del commercio dei doni, dello spreco che il povero ha creduto allegra festa. La gioia comperata è innaturale, contrattando si perde l'innocenza. E' Natale, tra i prodighi. La città è preparata per Cristo: calda e buia, è deserto, prigione, nuda stalla. Da Raffaele Crovi, Fariseo e pubblicano, Mondadori, Milano 1975. * * * Alfonso Gatto (1909-1976) Natale al caffè Florian La nebbia rosa E l'aria dei freddi vapori arrugginiti con la sera, il fischio del battello che sparve nel largo delle campane. Un triste davanzale, Venezia che abbruna le rose sul grande canale. Cadute le stelle, cadute le rose nel vento che porta il Natale. Da Alfonso Gatto, Poesie (1929-1969), Mondadori, Milano 1976. * * * David Maria Turoldo Natale Ma quando facevo il pastore allora ero certo del tuo Natale. I campi bianchi di brina, i campi rotti al gracidio dei corvi nel mio Friuli sotto la montagna, erano il giusto spazio alla calata delle genti favolose. I tronchi degli alberi parevano creature piene di ferite; mia madre era parente della Vergine, tutta in faccende finalmente serena. Io portavo le pecore fino al sagrato e sapevo d'essere uomo vero del suo regale presepio. Da David Maria Turoldo, Lo scandalo della speranza, GEI, Milano 1984. | |
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