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L'esperienza che si fa libro. Per raccontare, con precisione tecnica e chiarezza, Il legno così com'é. Angelo Funes Nova, imprenditore titolare di una legnameria a Puos d'Alpago, è l'autore del volume che, edito da Biblioteca il Quadrato, venerdì 6 dicembre verrà presentato a Villa Doglioni Dalmas da Celeste Bortoluzzi, presidente dell'Associazione industriali della provincia di Belluno, Antonio Monti, vicepresidente della sezione industrie del legno di Assindustria, Raffaele Cavalli, docente di Meccanizzazione forestale all'Università di Padova. Innamorato del bosco, Funes Nova già a sei anni, da curioso, raccoglieva campioni di faggio o abete nelle foreste del Cansiglio e del Cadore. Oggi, da collezionista, possiede una delle più complete raccolte di specie legnose d'Italia. A spingerlo a metter giù il sapere di una vita a contatto con il legno, materiale che tutti usiamo, che tanto poco conosciamo, ma che d'istinto amiamo, sono stati gli amici. Convincendolo a superare la ritrosia perché non è superbia portare agli altri le proprie conoscenze. Il legno così com'è è libro ricco di un apparato fotografico piacevole che vale pure da efficace corredo interpretativo per chi tecnico del legno non è. Trova di certo puntuali informazioni chi in materia è competente, seguendo le pagine sulla struttura e il metabolismo dell'albero, sulla composizione del legno. E ancora, poi, sulle malattie e difetti: ecco il legno segnato da termiti ed imenotteri, picchi, vischio e funghi lignivori. Con l'affetto di chi ama (come succede solo nei grandi amori che si rinnovano nella passione è scritto nella prefazione) il legno è analizzato insomma tout court. Anche come materia prima che traccia, in sintesi, la storia dell'uomo: perchè dal legno lavorabile, resistente e leggero vengono la palafitta, la canoa, l'arco e le frecce, la leva e il fuoco. Le civiltà - ricorda Funes Nova - si sono sviluppate spesso in proporzione alla disponibilità di legname. E anche oggi non si può immaginare l'uomo senza quel legno per cui Leonardo disegnò la cosiddetta sega veneziana macchina meravigliosa, usata nel territorio della Serenissima e non solo, che ha resistito nell'uso dal 1500 fino al 1950. Alla lettura del legno originata dalla passione Funes Nova accosta l'interesse per un materiale che è anche matrice di un sistema produttivo articolato. Che va dall'abbattimento della pianta, alla segagione, alla stagionatura. E che mostra in Italia 40 miliardi di euro di fatturato, con 88.000 imprese e 415.000 dipendenti più l'indotto. Si sente, nell'ultimo capitolo del libro, la voce dello studioso che si unisce a quella dell'imprenditore. In una trattazione tecnico economica che riporta all'esperienza di Funes Nova industriale del legno. Per 15 anni - si ricorda egli è stato presidente del settore all'interno dell'Associazione industriali della provincia di Belluno e per tre ha ricoperto la carica di vicepresidente nazionale delle segherie. Si va giù, ad esempio, sull'ottimizzazione. Citando accorgimenti che l'uomo deve aggiungere al legno ricavato da un albero di buona qualità, e che così, in un detto americano, si sintetizzano: i tronchi sono come diamanti, dovete tagliarli correttamente per ottenere il valore pieno. Il legno così com'è per tutti è lettura gustosa. Specie laddove, con un filo di ironia, Angelo Funes Nova sfata banalità di pensiero: le foreste tropicali non sono distrutte dagli utilizzatori di legname, ma da quelli che con il pretesto di creare terreni adatti all'agricoltura cercano minerali che contengano metalli. O ancora quando, nel fornire da esperto dati tecnici, sa far sorridere. Rassicurando il lettore, ad esempio, su una delicata questione: Certo i tronchi Douglas e Sapele sono in esaurimento, ma la quantità di legno prodotta nel mondo è di gran lunga superiore a quella che viene utilizzata. Non ci sarà di sicuro mancanza di carta per carenza di cellulosa. E non si deve temere, quindi, la riduzione della libertà di stampa. Articolo di Daniela De Donà apparso su "Il Gazzettino" | |
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