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Il rapporto della popolazione con il governo e con le sue iniziative politiche, così come con i funzionari incaricati di applicarle, costituisce uno dei temi centrali di questo studio, che si sofferma soprattutto sulle questioni che agitarono la società sovietica nel suo complesso e toccarono gli interessi di vasti segmenti sociali: i contadini, la popolazione urbana, la classe intellettuale. La struttura del libro riflette i problemi che la gente negli anni del dopoguerra considerava principali. Quanto alle fonti l'autrice ha recuperato quelle di natura privata, diari e memorie, corrispondenze: sono lettere inviate al comitato centrale di Partito Comunista, lettere indirizzate alla rivista Novyjmir, lettere intercettate dalla censura, poi i documenti pubblici del Comitato Centrale del Partito Comunista ed infine la narrativa e quanto pubblicato sui giornali. Ci pare importante, infine, segnalare, a proposito di fonti, quanto l'autrice scrive nell'introduzione << i più anziani, tra i russi, hanno vissuto gli anni della guerra, l'epoca di Stalin e quella di Chruscev, derivandone una personale interpretazione: le loro impressioni e la loro esperienza rappresentano un gigantesco archivio di memoria sociale, assolutamente necessario per capire il passato così come il presente>> Il libro può essere definito come una storia sociale della Russia, che copre un periodo che va dal 1945 al 1956 rimasto finora oscuro e indecifrabile. Sommario. Parte prima. Strategie di sopravvivenza 1. Psicologia sociale della guerra. 2. La vittoria e i vincitori. 3. Come sarà la vita dopo la guerra?: il conflitto tra speranze e realtà. 4. Gli anni della fame 1946-1947. Parte seconda. L'illusione della liberalizzazione. 1. Lo stato e i contadini: l'antagonismo dei villaggi verso i Kolchoz. 2. Religione e politica: il revival della fede religiosa. 3. L'umore politico delle masse, 1945-1948. 4. Occorre fare qualcosa: l'intelligencija e gli intellettuali non conformisti. Parte terza. La repressione. 1. Le cose non cambiano: la crisi delle speranze del dopoguerra. 2. La nascita del movimento giovanile antistalinista. 3. La lotta al dissenso. 4. Chi è il responsabile: l'evoluzione dell'opinione pubblica. Parte quarta. Il disgelo. 1. Senza Stalin: il nuovo clima sociale. 2. Il rigetto del Gulag 3. Il ritorno all'individuo: spinte dal basso e iniziative dall'alto. 4. Il rifiuto del culto della personalità e il suo impatto sociale. 5. L'opinione pubblica e la sindrome ungherese. | |
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