Un elogio del parlar chiaro e, quindi, una guida brillante e " palatabile" per difendersi da gerghi allusivi sempre più diffusi nel nostro paese: il politichese, il filosofese_.. Ma nel fare l'elogio della chiarezza l'autore non intende sostenere la tesi secondo la quale tutto e in ogni circostanza può essere espresso in modo chiaro. E' sua convinzione, infatti, che abbiamo tanto bisogno della chiarezza quanto dell'oscurità. Vi sono, a suo avviso, ambiti linguistici in cui si può e si deve essere chiari e altri in cui non si può essere chiari o non ambigui, in quanto è nell'oscurità che sta tutta la loro forza e il lo fascino. Gli innamorati e gli umoristi, i poeti e i mistici compiono pericolosi contorsionismi ed equilibrismi linguistici, adoperano il linguaggio in modo sregolato, ambiguo ed oscuro. Per loro l'oscurità è sovente una virtù e non un vizio, talora una necessità inevitabile. | |
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