Con l'editto di Milano (313), che poneva fine alle persecuzioni dei cristiani e ristabiliva la pace religiosa, Cecilio Firmiano Lattanzio si accinge alla composizione del De mortibus persecutorum. L'opera, che inaugura il genere della storiografia ecclesiastica e delle persecuzioni, racconta il periodo che va dal 303 al 313. Anni bui e sanguinosi, di gelosie e lotte politiche, di tetrarchie, delitti e violenze. Lattanzio ne ripercorre le vicende soffermandosi in particolare sulle persecuzioni anticristiane, la restaurazione della pace, la rinascita della Chiesa e la punizione degli imperatori persecutori attraverso il loro crollo politico, le sofferenze fisiche e morali e, il più delle volte, una morte dolorosa e infamante. L'intento è di mostrare che tutto si compie secondo il disegno di Dio affinchè "i posteri imparassero che c'è un unico Dio". Apprezzato da Pico della Mirandola e da altri umanisti come il "Cicerone cristiano", Lattanzio, consapevole di rivolgersi ad un vasto pubblico, si esprime in uno stile curato, elegante, classico, ma al tempo stesso essenziale, semplice e chiaro. | |
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La collana TESTI PATRISTICI, fondata da Antonio Quacquarelli e oggi diretta da Claudio Moreschini, rappresenta un vero unicum in Italia nel campo della letteratura cristiana antica: una raccolta di oltre 170 volumi di autori dal II al VII secolo, introdotti e curati dai maggiori specialisti del settore. Ogni opera é corredata da indici analitico e scritturistico |
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