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Le analisi dei ricercatori del Worldwatch si articolano quest'anno attorno al tema della sicurezza, che si è imposto come principale problema nell'agenda mondiale Emerge un allarmante cambio di rotta nei significati, dove il concetto stesso di "sicurezza" appare omologato all'interno del concetto di "guerra al terrorismo", mentre appare evidente che proprio questa è tra le cause scatenanti della crescente instabilità globale Il pericolo, evidenziato da Michael Renner nel capitolo iniziale del rapporto, è che a gestire i problemi della sicurezza siano chiamate sempre di più strutture, come quelle militari, che hanno modalità del tutto inadeguate a risolvere, in particolare, le cause di un problema che ha molteplici volti La situazione è efficacemente sintetizzata da Mikhail Gorbachev nella sua prefazione: "Cinque anni fa tutti i 191 Stati membri delle Nazioni Unite si impegnarono a raggiungere entro il 2015 gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio, tra cui eliminare povertà e fame estreme e garantire la sostenibilità ambientale" Alla fine del 2004, però, ci si è dovuti rassegnare ad ammettere che "a livello mondiale i progressi socioeconomici, la sicurezza e la sostenibilità non rispecchiano la realtà oggettiva di molte regioni del pianeta" State of the World 2005 ricompone il significato del termine "sicurezza", evidenziando i grandi fenomeni che sono alla base dell'instabilità globale: dalla diffusione incontrollata delle armi leggere alla dipendenza dell'economia dal petrolio, dalle dinamiche demografiche alle risorgenti malattie infettive fino ai contrasti sulle risorse, dal cibo all'acqua Il dato che emerge dall'analisi di queste tematiche è soprattutto la necessità imprescindibile del coinvolgimento della società civile nella realizzazione di un'idea condivisa di sicurezza Per riprendere le parole di Gorbachev, "Serve una glasnost globale - apertura, trasparenza e dialogo pubblico - grazie alla quale nazioni, governi e cittadini possano oggi costruire il consenso sulle scommesse da affrontare" Il Worldwatch Institute è considerato il più autorevole osservatorio sui trend ambientali del pianeta I suoi trent'anni di lavoro hanno segnato una svolta nell'analisi e nella comunicazione ambientale globale Autori: Erik Assadourian, Lori Brown, Alexander Carius, Richard Cincotta, Ken Conca, Geoffrey Dabelko, Christopher Flavin, Hilary French, Gary Gardner, Brian Halweil, Annika Kramer, Lisa Mastny, Danielle Nierenberg, Dennis Pirages, Thomas Prugh, Michel Renner, Janet Savin, Linda Starke, Aaron Wolf | |
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