Jean Nabert è noto per le sue opere sul male, sulla finitezza, sulla solitudine; ma è anche il filosofo che ha meditato sul desiderio del divino e di Dio, desiderio che fiorisce nella speranza. Questa affonda le sue radici nell'io, l'esistenza del quale non è determinata soltanto dal succedersi delle circostanze storiche ma è definita anche dall'Assoluto che la abita. La speranza si nutre di questo Assoluto che rivela la propria presenza svelandosi come desiderio d'Essere. Il male, perciò, non ha l'ultima parola nelle vicende umane perchè, contro la violenza che con esso s'impone e che sembrerebbe annientare l'uomo, grida tale desiderio, anima di ogni esistenza e appello lanciato da una Presenza che apre all'io la permanente possibilità della propria rigenerazione. Sommario 1 - Ai margini del pensiero di Jean Nabert 2 - La speranza della finitezza, la finitezza del male 3 - Figure della positività, volti del divino 4 - L'estasi della speranza | |
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