"I Ghirlanduzzi - Raccolta delle opere di una bottega d'intagliatori cenedesi nel Seicento" Autori: Davide Manzato - Roberto Meneghetti Quando, una quarantina di anni or sono, mi capitò per la prima volta di leggere il nome Girlanduzzi e poi Ghirlanduzzi, chiesi a parecchi "sapienti" che cognome era questo e quali personaggi lo ebbero Non mi venne alcuna risposta Certamente il nome mi risuonava un po' come "Ghirlandaio", famiglia di pittori fiorentini Il maggiore di questi fu Domenico nato a Firenze nel 1449 e ivi morto nel 1494; il padre di lui Tommaso, orafo, ebbe il nome di Ghirlandaio per aver fatto - secondo il Vasari - ghirlande di rara e preziosa fattura ad "ornamento del capo delle fanciulle fiorentine" Poi, proprio a Cortina ho capito che si trattava di gente dell'Ampezzano Ultimamente, qualche anno fa, lassù è morto un signore che portava, un po' stravolto, il cognome Ghirlanduzzi Del resto, noi in dialetto diciamo "girlanda" la ghirlanda Però non ho trovato qualcuno che conoscesse questa antica famiglia; neppure nella zona nostra vittoriese e di Conegliano Ma ecco che andando all'Archivio di Stato (oggi quel materiale è a Treviso, allora era a Venezia) per avviare una paziente ricerca sul mio paese Rua di Feletto, ho incontrato moltissime carte e lettere di Giambattista Ghirlanduzzi perché da grande artista aveva preso l'impegno di produrre, assieme al fratello Andrea, il grandioso altare in legno della chiesa dell'eremo camaldolese del Colle Capriolo L'opera, quasi intatta, esiste tutt'oggi; è priva dei due archi laterali, sul cui vertice stavano le statue di S Benedetto e di S Romualdo Un'opera simile si trova nella parrocchiale di Cordignano, ma con altri Santi Così dopo varie ricerche su documenti autentici ho steso per il settimanale L'Azione del 4 agosto 1974 un lungo articolo che forse ha stimolato molti (Giorgio Mies, Oscar De Zorzi, Davide Manzato e Roberto Meneghetti e altri ancora) a fare ricerche Dalle vecchie carte dell'Archivio di Stato sono venuto a conoscere che GB Ghirlanduzzi aveva anche splendidi vigneti a Soldera, zona presso Cozzuolo e Carpesica e vendeva il buon vino da lui preparato ad alcuni mercanti tedeschi Così, come pagamento per il grande altare della chiesa dei Camaldolesi di Rua, chiese soldi ma anche buon vino del Feletto In seguito ho esaminato tutti i registri dell'epoca della parrocchia della Cattedrale di Ceneda e là i nomi e le notizie ricavati sono davvero molti Così potei suggerire ad una brava studentessa di fare la sua tesi di laurea su questi due eccellenti artisti, i fratelli Andrea (morto a Ceneda il 14 maggio 1686) e Giambattista (morto a Ceneda il 16 agosto 1689) Non conosco le due date di nascita; ma devono essere del primo decennio del 1600 L'elegante piccolo altare di Zoppè porta una iscrizione incisa a fuoco su una tavoletta; essa dice: "1634 fu fatta questa pala da Paulo et mio fiollo Zambattista sculture girarducio he Ceneda, et mio fiollo Andrea" Essa è importante per molti motivi La grande peste famosa, oggi dagli storici detta "della Madonna della Salute" era finita da ben quattro anni; ma a Ceneda, città fortunata, non era mai arrivata (Ceneda disse grazie a S Rocco, Serravalle a S Augusta) Due signori, non della nostra zona, mi dissero, molti anni or sono, qualcosa dei Ghirladuzzi: il prof Giuseppe Biasuz e il dott Antonio Forniz Il primo grande esperto d'arte ed autore d'un volume sul Brustolon, osservando la statua della Vergine Assunta dell'altare di Rua disse: "farebbe davvero gola al bravo Brustolon" Con il passare del tempo gli altari delle nostre chiese vennero, via via, costruiti in pietra e in marmo; perciò i lavori in legno sparirono Peccato! In Cattedrale comunque restano dieci statue degli apostoli molto belle e che sembrano di bronzo Le due in fondo, collocate da una parte e dall'altra della porta centrale sono del cenedese Francesco Guerrini (1851-1929) Egli imitò il lavoro dei Ghirlanduzzi I Ghirlanduzzi ebbero la tomba principale nella chiesa dei Padri francescani di Ceneda, ed una, per pochi, nella vecchia cattedrale Leggendo il libro che presto verrà dato alle stampe dagli autori Manzato e Meneghetti che proseguirono nelle ricerche approfondendo quelle iniziate da altri, apprenderemo ancora più abbondanti notizie Così a distanza di tempo, queste glorie vittoriesi dimenticate e sconosciute riprendono vita e forte vigore, e più ancora e da tutti grande stima e sincero affetto E diciamo un sincero "Grazie" a quanti con generosa diligenza e fatica hanno lavorato per farci conoscere gli artisti e le loro opere che ancora rimangono Del resto nelle varie chiese della nostra diocesi, gli altari e gli altarini dei bravi Ghirlanduzzi sono davvero molti; anche se per alcuni ci vorrebbe maggiore documentazione, dato che diversi "legnaioli" copiavano i fiorellini e gli ornamenti usati da questi autentici artisti Presentazione di Nilo Faldon socio effettivo della Deputazione di Storia Patria per le Venezie | |
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