La collana Di Fronte e att. /Filosofia | |
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La lettura del "Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" (1632) di Galileo Galilei "filosofo e scienziato" costituisce un banco di prova privilegiato per interrogarsi sul significato delle scienze moderne Con l'uso peculiare della lingua matematica e con la riformulazione dell'esperienza nei termini dell'esperimento, rinforza la nuova immagine copernicana del mondo, permettendone una rappresentazione "scientifica" Nel Dialogo il soggetto di tale sapere nuovo non è propriamente un "io" ; l'io narrante vi è infatti assente, a favore di un "egli narrante" che racconta il darsi della scienza mediante il dialogo di tre personaggi, nessuno dei quali può a totale diritto arrogarsi il titolo di "scienziato": neppure Salviati, che in un gioco sottile di maschere sembra dare voce alla posizione galileiana, può identificarsi con lo scienziato galileiano Il soggetto delle nuove scienze, sebbene si dia nella intersoggettività, non è neanche un "noi" La questione sta nel fatto che il soggetto del sapere scientifico non funziona come tale: non è l'autore delle scienze, ma un loro prodotto Il soggetto delle scienze non si pone se prima non si trova esso stesso posto dalla pratica del suo proprio sapere Tale soggetto non coincide, dunque, né con Galileo né con l'intersoggettività degli scienziati: esso è piuttosto un prodotto della pratica scientifica Nel Dialogo assistiamo, dunque, non solo alla ridefinizione dell'oggetto del sapere nei termini ben noti della metafora del "libro della natura" scritto in lingua matematica e caratteri geometrici, ma anche a una modificazione del soggetto del sapere che risulta, in ultima analisi, strutturato dalla stessa pratica del suo sapere Tale soggetto, che ha perso la sua centralità nella rappresentazione del cosmo, ha contemporaneamente guadagnato la centralità, variabile e tuttavia insostituibile, del punto di vista di una prospettiva capace di dire il mondo secondo le proprie coordinate di soggetto qualunque Egli non potrà dire se stesso rimanendo all'interno delle scienze fisico-matematiche inaugurate da Galileo: rifiutato il legame della sua identità di soggetto con la sua origine, l'attore del sapere scientifico rappresenterà allora se stesso nei termini filosofici del nuovo soggetto razionalista, quello che in Descartes trova la propria voce come ego cogito Nel mondo che non è più un cosmo, una realtà dotata di significato per l'uomo, ma piuttosto una realtà essenzialmente a lui estranea, si muove, dunque, un soggetto che risolve interamente se stesso nella pratica di un dominio conoscitivo: chiaro e distinto | |
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