La collana Epistemologia | |
Collana diretta da Evandro Agazzi. |
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Le saette dei Tartari Il problema epistemologico dell'oggettività A volte può essere opportuno "ricorrere ad un negativo per proporre un positivo", secondo quanto insegnava un filologo come padre Giovanni Pozzi Anche in ambio epistemologico occorre attraversare lentamente questo singolare paradosso, onde liberarsi, per quanto possibile, da numerosi e differenti "crampi mentali" ( à la Wittgenstein) che si sono ereditati da pur gloriose e feconde tradizioni di pensiero come il neopositivismo, le epistemologie post-neopositiviste, per non parlare poi della composita tradizione popperiana (da Popper a Lakatos incluso) In questo volume, collocandosi dichiaratamente dal punto di vista dell'articolata tradizione della razionalismo critico europeo e guardando con particolare attenzione al lascito della lezione del criticismo kantiano, si indaga il problema epistemologico dell'oggettività della conoscenza Ma per farlo non solo si vìola il dogma linguistico dell'empirismo logico (di cui sono analizzate talune sue più profonde inquietudini metafisiche), ma si indagano anche differenti ambiti conoscitivi, come quelli elaborati dalla psicanalisi (in vìolazione del dogma popperiano) e dalla medicina (in vìolazione del dogma teoreticista dell'epistemologia contemporanea) Queste diverse "escursioni" filosofiche si intrecciano con una considerazione critica dell'impostazione analitica, con l'intento dichiarato di porre le premesse positive per un neorealismo fenomenologico (e logico) in grado di sviluppare un oggettivismo trascendentale, secondo una libera e critica integrazione filosofica di differenti tradizioni concettuali La prospettiva critico-trascendentale, qui proposta e lumeggiata in negativo, attraverso il confronto con problemi conoscitivi e discipline che spesso vengono marginalizzate nel quadro di altre tradizioni di riflessione epistemologica, consente di sgombrare il campo da alcuni radicati pregiudizi teorici per delineare una diversa tensione critica sussistente tra il piano della conoscenza e quello della realtà, senza peraltro avere la pretesa di poter avanzare alcun modello epistemico esaustivo e intrascendibile Al contrario, proprio la plastica mobilità storica del sapere umano, sempre finito e circoscritto, viene assunta quale orizzonte di riferimento privilegiato per rimettere in discussione la struttura stessa dell'oggettività della conoscenza, mostrando come un filosofo debba sempre essere aperto a diverse, intriganti e nuove possibilità concettuali | |
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