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Marco Siffredi è scomparso in cima all'Everest nel 2002, tentando la discesa con lo snowboard del Couloir Hornbein. Quando il suo amico, la guida Olivier Besson, tenta di raggiungerlo, scopre che la sua traccia si interrompe bruscamente. La traccia di Marco, così netta, così bella, come tutte quelle che ha disegnato, si perde a 8700 metri, in una distesa bianca in mezzo a un dedalo di barre rocciose. Marco Siffredi: una persona speciale che, animata da una grande passione e da un grande talento, ha lasciato un segno su tutte le montagne che ha conosciuto oltre che nelle persone che sono venute in contatto con lui Il ritratto di Marco si snoda tra i racconti della sua passione e la vita nella sua città natale, Chamonix Nato nel 1979, si avvicina allo snowboard estremo seguendo gli amici del fratello, scomparso in un incidente in montagna. Con il passare del tempo la sua passione diventa incontenibile e, grazie al suo talento, si cimenta nelle discese più difficili del Monte Bianco. Compie il suo primo 8000 a vent'anni in Tibet, il Cho Oyu Nel 2001 è la volta del Couloir Norton, all'Everest: scendendo il grande canalone della parete nord, realizza la prima discesa integrale in snowboard del Tetto del Mondo. Quel vasto pendio a 50 gradi è una via leggendaria. Ma il sogno di Siffredi è il Couloir Hornbein all'Everest. Quel canalone a dimensione himalayana, con circa 3000 metri di dislivello costituisce l'itinerario più estetico, più impegnativo. + Ma mentre sfida il pendio scompare dalla vista degli sherpa. Da quel momento nessuno l'ha più visto | |
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