La collana Frecce | |
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Un libro controcorrente nel quale Giancarlo Galli osserva impietosamente le fasi del "declino italiano" e cerca di rispondere a un quesito fondamentale: chi comanda davvero in Italia? Nel breve volgere di un decennio, infatti, dalla stagione di Tangentopoli a Mani pulite, l'entusiasmo per un possibile cambiamento s'è trasformato in cocente delusione Coloro che hanno cercato di governare l'Italia sono sempre stati messi nella condizione di "non nuocere" (da Silvio Berlusconi a Romano Prodi, da Massimo D'Alema a Giuliano Amato), l'impunità della burocrazia è assoluta e gli industriali, più che produrre innovando, sembrano occuparsi soprattutto degli "affari di famiglia" e di assicurarsi una rendita Inoltre, i cosidetti "Poteri forti" dell'economia sono sommersi di debiti, il ceto politico è sempre più retorico, rissoso e screditato la Confindustria e i sindacati sono divenuti corporazioni egoiste e autoreferenziali, e persino la gloriosa Banca d'Italia è nell'occhio del ciclone, come le banche cui avrebbe dovuto impedire le "disinvolture" finanziarie che hanno polverizzato il risparmio di milioni d'italiani Alle origini di tale processo involutivo, Galli individua diversi fattori: l'assenza in Italia, più che in ogni altra democrazia dell'Occidente, di un Potere forte e credibile, legittimato da ogni componente della società; l'indifferenza etica e l'esaurirsi di ogni tensione ideale; la mancanza di progettualità in tutti i settori del mondo economico e politico; il rifiuto di assumersi i rischi e le responsabilità di scelte coraggiose, e il perverso intreccio di interessi privati e istituzioni pubbliche | |
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