La collana Storie e miti | |
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Una pagina drammatica ed esaltante di sport e di storia nazionale quasi dimenticata e ricostruita nel dettaglio: il Giro d'Italia 1946 1946, il Paese è un cumulo di macerie, i generi di prima necessità scarseggiano, ma in tutti c'è la speranza di un domani migliore "Ricostruire" è lo slogan imperante, riferito a case, trasporti, industria, unità di coscienze e persino forma istituzionale dello Stato: un referendum manda il re in esilio e saluta la nascita della Repubblica C'è una parte del Paese però che vive ancora in perenne angoscia: l'Istria, Trieste Qui nessuna conferenza di pace ha trovato la soluzione giusta per un territorio strategicamente importante e dunque conteso fra italiani, forze anglo-americane e jugoslavi Disordini e scontri armati tra le diverse fazioni sono all'ordine del giorno Il Giro d'Italia 1946 nasce con l'intento di ricucire un Paese fino a poco prima lacerato ma soprattutto animato dal desiderio di portare la solidarietà degli italiani a Trieste Il progetto non piace agli slavi filotitini che si preparano a boicottare la "carovana", nonostante l'allerta dei servizi segreti L'"attacco" avviene al termine della tappa Rovigo-Trieste, a Pieris: filo spinato e bidoni di catrame sull'asfalto a bloccare la corsa, sassi sui corridori, revolverate fra aggressori e polizia Il Giro è costretto a fermarsi Ma diciassette coraggiosi, comandati dal triestino Cottur, vogliono a tutti i costi entrare in città, portare a compimento la "missione" Ci riusciranno, scortati dalle jeep americane, e a Trieste saranno accolti come "liberatori" in un delirio di folla | |
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