Per dire dell'amore, e per interpretarne la sfuggente qualità uno degli schemi più usati è la contrapposizione tra eros e agape. Eros ha la figura del desiderio; la sua immagine originaria è offerta dall'attrattiva spontanea che nasce tra uomo e donna. L'agape ha invece la figura della dedizione disinteressata; sua immagine paradigmatica è il gesto gratuito verso il povero, dunque l'elemosina. Così intese, le due figure appaiono non solo diverse, ma opposte Accomunarle sotto l'unico nome di amore ha l'effetto di rendere quel nome equivoco. Una lunga tradizione di pensiero ha attribuito alla coppia dei termini il valore di designazione sintetica dell'opposizione tra amore profano e amore sacro, amore pagano e amore cristiano. Benedetto XVI, nella sua recente enciclica Deus caritas est, afferma audacemente che eros e agape sono due volti dell'unico vero amore, quello di Dio stesso. Eros ha fin dall'inizio come suo destino il dono La tesi proposta da Benedetto XVI rovescia molti luoghi comuni. Per essere bene intesa, esige che siano chiarite molte e difficili questioni, che si riferiscono all'immagine di Dio, a quella dell'uomo, e anche a quella del legame che solo garantisce l'intesa tra gli abitanti della polis. Di tali questioni è tentata qui una sintetica istruzione | |
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