La collana le Guerre LEG | |
Storie di uomini, armi, atti di forza |
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Quando, tra il 2000 e il 2001, prima con un'intervista rilasciata a "Le Monde" e successivamente con la pubblicazione del presente volume di ricordi sull'esperienza nella guerra d'Algeria, il generale in congedo Paul Aussaresses decise di rompere il silenzio e di esporsi in prima persona rivelando i brutali metodi repressivi impiegati dall'esercito francese (e dei quali egli fu uno degli esecutori) nella lotta ai "ribelli" del Fronte di liberazione nazionale algerino (FLN), la Francia fu investita da una forte ondata emotiva e i vertici militari ne furono sensibilmente allarmati Oggi la testimonianza di Aussaresses - al di là di ogni passata benché dolorosa contingenza - si ripresenta con tutta la sua pregnanza, laddove riporta alla ribalta una questione quanto mai attuale: come osserva Giorgio Galli nell'introduzione al volume, "mentre è in corso (oltre che in Afghanistan) la guerra in Iraq () viene proposto il paragone tra Algeri e Baghdad [e] Kissinger suggerisce a Bush di studiare la guerra d'Algeria" Ecco che, come per l'azione repressiva in Algeria, si ripropone in questo primo scorcio di secolo la questione dell'impiego di metodi coercitivi violenti, della tortura, insomma ("botte, acqua, elettricità, pentotal") contro il nemico, il ribelle - o ritenuto tale - o, in tempi recenti, nell'attività controterroristica Fra le righe di una prosa netta ed essenziale, forte di incisivi e serrati dialoghi, e venata di un crudo jargon che si combina con una consumata efficacia letteraria, rimane nondimeno leggibile il forse irrisolto, straniato travaglio del viaggio nella tenebra di un Monsieur Kurtz che non ricerca ambigue redenzioni | |
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