La collana Le Scie nuova serie | |
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Mosca, 1937 Un regista, autore di documentari di propaganda socialista, viene prelevato dagli uomini dell'Nkvd, la polizia segreta, negli studi cinematografici in cui lavora e di lui non si sa più nulla. Si tratta di Gino De Marchi, un militante del Partito comunista italiano, che nel 1921 si è trasferito dalla provincia piemontese in Unione Sovietica Luciana, la figlia tredicenne, molto legata al padre, lo aspetterà per anni, dedicando l'intera esistenza alla sua ricerca e alla difesa della sua memoria In un primo tempo, pur così giovane, lotterà con tutte le forze per difenderlo da quella che reputa un'evidente ingiustizia, poi, dopo il 1956, informata della morte di colui che aveva tanto atteso e al quale aveva scritto giorno dopo giorno, si propone di ricostruire una storia interrotta all'improvviso, ridandole un senso. Luciana scopre la tragica verità sulla sorte del padre solo nel 1996: Gino De Marchi non era morto di peritonite in un gulag, come sosteneva la versione ufficiale, era invece stato fucilato a Butovo, nei pressi di Mosca, il 3 giugno 1938 e a denunciarlo erano stati anche alcuni comunisti italiani. Gabriele Nissim, che ha incontrato Luciana De Marchi numerose volte a Mosca e a Fossano e ha potuto leggere le lettere e le carte private da lei conservate, ricostruisce con dovizia di particolari una straordinaria vicenda umana che la storiografia ufficiale ha finora ignorato, affrontando una realtà per molti aspetti ancora poco conosciuta, quella dei comunisti italiani in Unione Sovietica durante il regime staliniano; uomini e donne di cui non va perso il ricordo perché "l'esercizio della memoria è un'arte molto raffinata Chi riesce a farne un uso prezioso può cambiare la percezione della storia" | |
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