Quando, nel 1420, papa Martino V poté finalmente prendere possesso del trono di Pietro, entrò in una Roma che le cronache descrivono spopolata e degradata, i maggiori edifici monumentali in rovina. Con il suo pontificato prese avvio un grandioso, quanto ambiguo, processo di rinascita: rinascita dell'antico, dei programmi urbanistici e architettonici improntati al gusto del colossale, ma anche dello sfarzo e del nepotismo sfrenato. Gli eventi che sarebbero seguiti poi - il sacco vandalico del 1527, il Concilio di Trento, la vittoria di Lepanto - avrebbero segnato l'attraversamento di una nuova fase, di crisi e di riscossa. All'alba del XVII secolo la nascente Roma barocca si apprestava a riaffermare, accanto al suo indiscusso ruolo di capitale del cattolicesimo, quella capacità di irradiare in tutta Europa modelli urbanistici e culturali che almeno in parte compensava la sua decadenza progressiva | |
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