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CURI UMBERTO
Meglio non esser nati. Tra Eschilo e Nietzsche
CURI UMBERTO, Meglio non esser nati. Tra Eschilo e Nietzsche
Autore:
CURI UMBERTO
Titolo:
Meglio non esser nati. Tra Eschilo e Nietzsche
Descrizione:
Editore:
Bollati Boringhieri
Data di edizione:
maggio 2008
Pagine:
292
Dimensioni cm.:
14,5x21,5
ISBN13:
9788833918402
Codice:
209505
Collana:
Nuova cultura
Prezzo:
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Lingua
Italiano
Allegati:
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Al re Mida che gli chiede quale sia la cosa più desiderabile per l'uomo, Sileno, il mentore di Dioniso, risponde perentoriamente: "Non essere nato, non essere, essere niente"
Non venire mai alla luce o, se si ha avuto la sventura di nascere, tornare nel nulla quanto prima possibile

Versioni diverse della sentenza, riferite ad altri personaggi, riecheggiano in una pluralità di fonti, da Erodoto ai grandi tragici, da Aristotele a Plutarco, testimoniando la presenza di una vera e propria tradizione di pensiero, che Umberto Curi ricostruisce nei suoi snodi concettuali talora impliciti

Al riguardo, parlare di un mero pessimismo metafisico risulterebbe riduttivo e fuorviante fuorviante, se non consolatorio
La densità tutt'altro che univoca dell'apologo è rilevata già da Nietzsche, che lo colloca all'inizio della Nascita della tragedia e ne rovescia la valenza corrente in quel dire di sì alla vita in ogni sua manifestazione - compreso il dolore - che costituisce il cuore stesso del sentimento tragico

Una densità che si intensifica e si incupisce quando dall'orizzonte senza Dio dei greci si passa alle denunce bibliche della miseria umana, questa volta al cospetto della potenza divina: il grido di Geremia (Maledetto il giorno in cui io nacqui; il giorno che mia madre mi partorì non sia mai benedetto), la certezza della radicale nullità del vivere nel Qohelet (tutto è soltanto "soffio", vanitas vanitatum) e la querela angosciosa di Giobbe contro il Signore rimandano alla verità paradossale della fede, alla figura cristologica di Abramo, qui riletta attraverso san Paolo, Kierkegaard e Simone Weil

Nelle sue diramazioni e riformulazioni il motto di Sileno esprime, più che la negatività dell'esistere, l'inattingibilità di un sapere positivamente definito sull'esistenza, e quindi non smette di interpellare sia la ragione dei filosofi sia le forme del pensiero religioso
La collana Nuova cultura

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Data ultimo aggiornamento: Mercoledi' 25 marzo 2020
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