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La riflessione di uno dei più importanti filosofi del nostro tempo sull'eternità e il senso della morte Tutto è eterno: ogni uomo, ogni oggetto, ogni frammento di vita, ogni aspetto della realtà. Dopo aver disvelato l'anima dell'Occidente nell'Identità della follia e aver abbattuto i Muri di pietra che costituiscono le forme del sapere incontrovertibile, Emanuele Severino ritorna su due tematiche da sempre care alla sua riflessione filosofica: l'immortalità e il destino. E per farlo, nei diversi saggi che compongono il libro, si confronta con le tesi di alcuni tra i pensatori più incisivi della filosofia contemporanea: Gadamer e l'intreccio di morte, parola, cosa, Nolte, Heidegger, Nietzsche e il nichilismo, la logica analitica (Popper, Wittgenstein e Russell) e quella dialettica Attraverso il dialogo con teorici quali Bontadini, Vattimo, Lombardini, Vitiello e la vivace polemica con Odifreddi, l'autore spiega quale sia il destino di eternità in cui l'uomo già da sempre si trova e quali le differenze con il concetto teologico di immortalità a cui ambisce l'Occidente: l'eternità privilegiata di un Dio e l'immortalità di un essere umano che di per sé è nulla Pagina dopo pagina, si fa strada l'assunto che, al di là del suo credersi mortale, l'uomo è eterno, in quanto impossibilitato a divenire altro da sé Ancora una volta Severino conduce un'analisi seducente e rigorosa mostrando il senso più radicale della verità filosofica e guidandoci tra i percorsi tortuosi che disegnano la storia dell'uomo nel pensiero occidentale | |
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