Arbitrariamente attribuita sin dalle origini a Cipriano, vescovo di Cartagine, ma con tratti propri della lingua e dello stile di Novaziano, l'omelia Adversus Iudaeos appartiene a quella letteratura cristiana del II-III secolo solitamente definita di polemica antigiudaica Lo critto va probabilmente ricondotto all'intento sia di contestare e combattere il rifiuto ebraico di accogliere Gesù quale messia, sia di rafforzare l'identità e la fede della comunità ecclesiale All'interno della letteratura antigiudaica, l'omelia pseudociprianea si contraddistingue per l'originalità e la peculiarità dell'argomentazione Infatti, avvalendosi largamente di categorie giuridiche, l'autore assume come fondamentale il tema del testamento e della mutata volontà del testatore - Dio Padre -, che, in conseguenza del tradimento dei figli, li disereda L'erede designato per primo perde l'eredità, poiché ha rinnegato Cristo-Dio, e questa ora, per effetto di un 'testamento nuovo', viene destinata ai gentili | |
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