Descrizione | |
Questo libro racconta, in primo luogo, le irraggiungibili grandezze della vita piccola. Guarda all’infanzia non semplicemente come a una età della vita, ma come a un punto di verità da cui poter esplorare il mondo, sino a incrinare e a scalzare la logica fin troppo consolidata secondo cui il bambino viene prima dell’uomo e in esso si realizza. Occorre invece rovesciare la prospettiva: sono i piccoli a incarnare la piena creaturalità dell’umano, proprio in quanto creature incompiute e imperfette. M a Come un bambino sviluppa anche un secondo, più ardito azzardo: quello di accostare la parola letteraria a quella delle Scritture, usando l’una e l’altra come esegesi della vita. Le poche ma significative parole tratte dai testi biblici si intrecciano con il nudo palpitare della vita infantile, i sussulti, le paure, gli stupori, le passioni del bambino così come vengono narrate in alcune grandi scritture del Novecento: da Rainer Maria Rilke a Alice Munro, da Alberto Savinio a Thomas Bernhard, da Marina Cvetaeva a Aharon Appelfeld. Un libro per tutti, per credenti e non credenti: il bambino come metafora, tra letteratura e Bibbia, per capire che cosa è l'umano. | |
L'autrice | |
GABRIELLA CARAMORE è autrice della trasmissione di cultura religiosa di Radio Tre “Uomini e profeti”, e dirige l’omonima collana di spiritualità presso l’editrice Morcelliana. Tra le sue pubblicazioni: La fatica della luce. Confini del religioso (Morcelliana, 2008); Il sogno è potenza di realtà (Aliberti, 2010); Nessuno ha mai visto Dio (Morcelliana, 2012). |
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Scheda creata Lunedì 8 aprile 2013 | |
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