Descrizione | |
Nel corso degli anni Ottanta l’arrampicata si libera definitivamente dalla tutela, talvolta ingombrante, dell’alpinismo ed intraprende un cammino che la porterà a diventare una vera e propria disciplina sportiva. Oggi in tutti i continenti, nuove generazioni di scalatori affrontano direttamente l’attività per il suo aspetto più ginnico e competitivo; ma fino a vent’anni fa, molti arrampicatori, anche i più giovani, subivano ancora l’influenza della controcultura degli anni Sessanta e Settanta e scalare a tempo pieno significava, spesso, porsi volontariamente ai margini della società consumistica e ricavarne un certo orgoglio. Questo libro, scritto a quattro mani da due dei protagonisti assoluti dell'arrampicata anni Ottanta in Francia, racconta i dieci anni, dal 1976 al 1986, che sconvolsero il mondo dell'alpinismo, determinando la definitiva consacrazione dell'arrampicata di alta difficoltà su brevi itinerari o addirittura su massi, ma anche l'espandersi e il perfezionarsi del fenomeno gare con tutte le contraddizioni e le polemiche che ciò ha significato. Il Verdon, il Buoux, la Loubière, il Saussois, Fointainbleau, e tutti i santuari dell'alta difficoltà, fanno da sfondo alle gesta dei climber che hanno segnato l'evoluzione di questo sport: da Droyer, a Berhault, da Marc e Antoine Le Menestrel, a Edlinger, Bouvier, Tribout, e Destivelle. Ottavo grado è un testo indispensabile per tutti gli scalatori che desiderano approfondire i motivi per cui oggi l'arrampicata, non solo sportiva, è quella che è. | |
Scheda creata Lunedi' 22 aprile 2013 | |
La collana i Rampicanti | |
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