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Recensione di Gigi Sosso del Corriere delle Alpi
17 gennaio 2014 — pagina 31 sezione: Nazionale “Doppia Ombra”, il noir del pm Roberta Gallego La penna di Roberta Gallego ha distillato il secondo romanzo: Doppia Ombra (288 pagine, 13 euro) è il figlio legittimo di Quota 33, ma non il seguito. Non una puntata successiva. Evaso dalla tipografia della casa editrice Tea, è in libreria da ieri e si può riassumere con «una storia di famiglia dai tratti gotici, che si intreccia ai casi di ordinaria follia di una Procura (imperfetta)». Cosa c’entra la Procura? Molto. Perché nella vita quotidiana Gallego lavora come magistrato, al Tribunale di Belluno. Ma fa sempre molta attenzione a non mescolare la professionalità con la passione letteraria. Tra un’indagine e l’altra, divora libri di quasi tutti i generi e trova anche la maniera di scriverne: sarebbe già pronta anche la terza creatura, ma dovrà aspettare qualche mese, per venire al mondo. È il momento del vagito di Doppia Ombra: «Un romanzo, che è sempre ambientato nella piccola provincia di Ardese. I protagonisti sono gli stessi del primo libro, ma vivono storie completamente diverse e non collegate a Quota 33. Il sostituto procuratore Alvise Guarnieri e la sua squadra d’investigatori affrontano il mistero di un delitto consumato nel mondo dell’alta società: la vittima è un noto farmacista, che viene trovato morto nella sua villa. Il corpo è torturato e mutilato, le stanze sono state depredate con una feroce determinazione e tutto sembra portare alla criminalità organizzata straniera. Ma non c’è davvero niente di scontato e qui devo fermarmi». Un viaggio non organizzato nella vita della vittima dedicato agli amanti del poliziesco e del brivido: «Mi è venuto un romanzo molto più noir del primo, devo confessarlo. Una delle chiavi di lettura è che possiamo essere noi stessi a coltivare i nostri incubi, le nostre paure e a renderli così reali. Concreti. Accanto al mistero principale, la vicenda di allarga lungo i corridoi della Procura di Ardese, dando vita a delle storie minori, ma non per questo meno incisive. Fuori dagli uffici, che abitualmente frequento per lavoro, qualche collega è diventato un mio entusiastico sostenitore e questa è senz’altro una bella soddisfazione». Dopo Quota 33, qualcuno aveva ritenuto di riconoscere delle persone reali del tribunale cittadino. Qui c’è lo stesso pericolo? «Mi ha fatto un po’ sorridere questa piccola caccia, che si è scatenata, anche se non nego che quattro personaggi siano effettivamente legati a persone dell’ambiente. Ma devo aggiungere che nessuno le ha mai individuate e queste hanno sempre rispettato la consegna del silenzio. Chi ha provato a smascherarle, non ci ha mai azzeccato». Verso sera, quando si chiude dall’esterno la porta blindata dell’ufficio, il magistrato implacabile cambia ruolo e diventa scrittrice. Come avviene questo processo? «Sono un’avida lettrice di tutto, tranne le collane a sfondo sentimentale. Quelle no. A un certo punto, ho sentito la necessità di scrive re qualcosa in proprio e questi sono i primi risultati. È cominciata questa serie dedicata alle “Storie di una Procura imperfetta” e siamo ormai al secondo episodio, con il terzo già scritto e bisognoso solo delle rifiniture. Quello che mi muove è anche la curiosità, cioè quello che considero uno dei motori dell’intelligenza». | |
Scheda creata Giovedi' 23 gennaio 2014 | |
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