Descrizione | |
Quando nell'Europa moderna la Bibbia passa dal pulpito alla cattedra, dalla chiesa all'aula universitaria, dalla predicazione all'esame esegetico prende forma un approccio critico e scientifico ai testi che solleva vari interrogativi su fede e scienza e su Scrittura e Tradizione. Nel XX secolo il magistero cattolico reagisce alle innovazioni, ritiene di dover proteggere i fedeli dal razionalismo e dal modernismo, ma al tempo stesso favorisce la fondazione dell'École Biblique et Archéologique a Gerusalemme, della Pontificia Commissione Biblica e del Pontificio Istituto Biblico a Roma. Nel 1943, con l'enciclica Divinu Afflante Spiritu, Pio XII auspica una maggiore apertura degli studi biblici, ma la relazione, di fatto irrisolta, tra Scrittura e Tradizione riaffiora al Vaticano II e fa della costituzione dogmatica Dei Verbum uno dei punti caldi del dibattito conciliare. Il prezioso documento della Commissione biblica L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa (1993) sancisce infine che l'esegesi storico-critica è un metodo irrinunciabile per l'approccio esegetico ai testi biblici. Sommario Introduzione. 1. Uno sguardo al passato. 2. Il ruolo di Wellhausen. 3. Reazioni cattoliche. 4. L'enciclica di Pio XII. 5. Il ruolo della tradizione. 6. Un'esegesi moderna. 7. Strade sbagliate ed errori. Conclusione. Note. | |
Scheda creata Lunedi' 28 luglio 2014 | |
La collana Teologia spirituale | |
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