Descrizione | |
Se i profeti si basano su una parola ricevuta direttamente da Dio e gli apocalittici su visioni celesti che dischiudono il senso della realtà, i saggi di Israele ritengono, invece, che Dio sia raggiungibile attraverso l esperienza della vita quotidiana.
Il loro metodo di indagine procede dunque secondo canoni non moralistici orientati all osservazione e al desiderio di comprendere, ma anche alla consapevolezza che nessun esperimento può essere totalizzante o merita di essere dogmatizzato. Un viaggio attraverso cinque libri dell'Antico Testamento Proverbi, Giobbe, Qoèlet, Siracide, Sapienza consente inoltre di vedere all'opera lo «spirito di Dio», presente nella Scrittura fin dalla Genesi e realtà dinamica che caratterizza il rapporto tra l uomo e il suo Signore. Nel mondo antico l atto di scrivere non è una semplice registrazione di testi, ma una conoscenza riservata a pochi che carica la parola scritta di un valore sacro. Come dimostrano i passi che chiudono i libri del Qoèlet e di Ben Sirà, essa si propone come una vera e propria ermeneutica della parola orale che apre una finestra sul mondo in cui la Scrittura parla di sé, comunica se stessa e su se stessa riflette. titolo Sommario Testo Introduzione. I. Esperienza e ricerca, il metodo dei saggi di Israele. II. Il vedere nella tradizione sapienziale di Israele. III. Le parole dei saggi e i loro scritti. IV. Il banchetto di donna Sapienza. V. «La sapienza è uno spirito che ama l uomo». Bibliografia essenziale ragionata. | |
Scheda creata Giovedi' 20 novembre 2014 | |
La collana Lapislazzuli | |
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