Descrizione | |
Se è facile comprendere l’umanità di Gesù, ben più controversa è l’accettazione della sua divinità, una fede che nasce nel mondo religioso del giudaismo ed è presente, secondo categorie proprie, nelle testimonianze più antiche che si ricavano dai testi del Nuovo Testamento. Lo studio, che propone un approccio essenzialmente storico-critico, scarta l’idea di un uomo divinizzato dai suoi seguaci – ritenuta da escludere nell’ambiente giudaico nel quale è nata la prima comunità cristiana – e focaliz za l’attenzione sui titoli con cui egli presenta se stesso. Le parole e l’attività del Gesù prepasquale rivelano infatti una coscienza relazionale (filiale in rapporto a Dio, pro-esistente in rapporto all’uomo) e funzionale, cioè consapevole di un mandato unico nella storia della salvezza. L’unanime testimonianza degli scritti neotestamentari svela l’orizzonte di un Gesù «innestato in Dio», non uomo divinizzato né altro Dio accanto a JHWH, ma volto del Dio unico nella sua realtà di comunione. Sommario Introduzione. 1. Il problema. 2. Il cambiamento culturale. I. L’autocoscienza di Gesù. 1. Introduzione: evoluzione dell’indagine. 2 . Sapeva Gesù di essere Dio? 3. Cosa dice Gesù di sé: i titoli. 4. Conclusione. II. Il comportamento di Gesù. 1. Gesù e la Legge di Mosè. 2. Il potere di Gesù. 3. Gesù e i discepoli. 4. Gesù e la sua relazione con Dio. 5. Conclusione: sapeva Gesù di essere Dio? III. Originedella fede nella divinità di Gesù. 1. Il ministero prepasquale di Gesù? 2. Una comprensione che ha origine dall’Antico Testamento? 3. Pasqua, all’origine della fede nella divinità di Gesù. IV. Come Gesù è Dio? 1. Introduzione. 2. Gesù Signore e Figlio. 3. Una cristologia «adozionista»? Conclusione. | |
Scheda creata Lunedi' 3 agosto 2015 | |
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