Descrizione | |
Trucchi e inganni, vendette e punizioni, famiglie lacerate, rapimenti di donne, omicidi, stupri, guerre e massacri. Nel libro dei Giudici niente è risparmiato al lettore di ciò che di peggio l’umanità produce. Anche il personaggio di Dio sembra vinto dalla violenza di cui diviene uno dei fomentatori, mentre gli episodi sono legati gli uni agli altri da una teologia piuttosto sommaria.
Poco conosciuto, snobbato dalla liturgia cattolica domenicale, considerato un’opera poco edificante perché pieno di storie violente, il libro dei Giudici è tra i testi più belli e istruttivi della Bibbia ebraica. Privilegiando l’approccio narrativo, André Wénin invita a cogliere la pedagogia paziente del Dio dell’alleanza nei confronti di un popolo al quale cerca di farsi conoscere, ma la cui resistenza finirà per metterlo in scacco. L’analisi di quattro episodi relativi a fatti violenti mostra inoltre che l’essenziale sta nel modo in cui vengono raccontati; la loro forza risiede nella capacità di «riscattare» l’inumano per mezzo di ciò che è più nobile, l’arte, dotata della singolare facoltà di educare alla riflessione e alle scelte etiche. Sommario Introduzione. I. Scacco al Re. Chiavi per leggere i Giudici. 1. Il curioso inizio del libro dei Giudici (Gdc 1,1–3,6). 2. Proposta di lettura d’insieme del racconto di Giudici. II. L’arte di raccontare la violenza. Lettura di quattro episodi. 3. Euda doppio taglio. (Gdc 3,12-30). 4. Iefte: il potere o la vita? (Gdc 10,6-12,7). 5. Sansone vivo o morto. (Gdc 13–16). 6. Il calvario di una concubina. (Gdc 19). Conclusione. Bibliografia. Indice dei nomi. | |
Scheda creata Mercoledi' 23 settembre 2015 | |
La collana Epifania della Parola | |
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