Descrizione | |
Don Angelo Casati, voce mite ma imponente di una teologia radicata sul dialogo e l’altro, utilizza la casa e i suoi elementi strutturali per una serie di riflessioni e stimoli: il tutto espressione di una chiesa che sa accogliere e ascoltare. “Io non so se quest’ora della storia che noi stiamo vivendo possa essere raccontata con l’immagine di una porta aperta: una vita, cioè, dove Dio e i fratelli vengono e vanno. E tu resisti, resisti sempre alla tentazione di chiudere, di chiudere la porta . Forse quest’ora che insieme stiamo vivendo, corre il pericolo di prendere l’immagine di una porta che si chiude. Quando succede questo, sì, quando questo succede, la storia, per conseguenza ineludibile, prende l’immagine di un paradiso perduto”. Le parole di don Angelo Casati ben inquadrano il senso della sua ultima fatica editoriale, “Busso a una casa”. Un titolo “strano” per un piccolo libro che racchiude in sé tutto il mondo spirituale ed esistenziale di un sacerdote, poeta, scrittore, interprete di una teologia radicata sull’accoglienza, il dialogo, l’altro. Un uomo mite ma dall’animo rivoluzionario: di quella sana rivoluzione spirituale e culturale invocata con tanti gesti e parole da papa Francesco (si pensi all’Enciclica Laudato si’). L’idea del libro ruota, come si evince dal titolo, intorno alla casa, i cui elementi strutturali si trasformano in metafore e simboli delle tematiche affrontate dall’autore, col suo consueto stile poetico. La porta e le finestre, il tavolo e le sedie, il pane, il vino, il letto, i fiori diventano spunti di riflessione, illuminazione, stimolo per la nostra vita. Ed è incredibile quanto la capacità di osservazione – e di introspezione – unite alla passione per le persone e per il Vangelo diano ali alla poesia per attirarci al bene attraverso la quotidianità. Don Angelo descrive la ferialità della vita, quella vita quotidiana cha fa il tessuto delle nostre giornate, attraverso gli elementi che ci circondano. Da essi sorgono domande appena sussurra te, provocazioni che – pur espresse in un linguaggio mite e pacato – insinuano in noi una esigenza di verità e di radicalità, un desiderio e una nostalgia per una chiesa che accoglie, che ascolta prima di parlare. I testi in prosa sono inframmezzati da brani poetici dell’autore. Scrive ancora don Angelo: “Bussare è un verbo che ancora mi affascina. Penso ai tempi in cui il tocco era leggero come di nocche sul legno di una porta. Che cosa sta oltre la porta di una casa? Un mondo grigio o un mondo di colori? E se tutto si accendesse all’arte del bussare?”. | |
Scheda creata Martedi' 27 ottobre 2015 | |
La collana Al pozzo di Sicar | |
Nel frastuono, nella fretta, nella precarietà dei nostri giorni, un invito a sostare al pozzo di Sicar per colmare la sete d'amore, di relazione, di verità, di infinito, di Dio. |
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