Descrizione | |
La storia di Salvador Alvarenga è una di quelle che non si dimenticano. Il 18 novembre 2012, insieme al giovane compagno Ezequiel Córdoba, lascia le coste del Messico per una battuta di pesca. Ma una terribile tempesta con violente raffiche di vento senza pioggia li sorprende spingendo la barca fin nel cuore dell’oceano Pacifico. La burrasca ha danneggiato i sistemi di comunicazione e ha fatto cadere tutti i rifornimenti in mare. Il motore ha ceduto. Cavalcando onde alte tre metri, con gli occhi gonfi e le mani intorpidite per aver stretto per ore la barra del timone, i due pescatori riescono a sopravvivere. Ma è solo l’inizio di un incubo: Córdoba morirà durante il viaggio e Alvarenga non toccherà la terraferma per quattordici mesi. Su quella barca in mezzo al nulla, sarà costretto a cibarsi di uccelli e a bere la propria urina, rischiando di perdere la ragione fino a pensare di darsi in pasto agli squali. Questa incredibile avventura è narrata dal giornalista Jonathan Franklin, che ha saputo restituire in m aniera vivida, potente e indimenticabile l’ingegno e la determinazione di un uomo sopravvissuto per 438 giorni a una sfida grande quanto l’oceano. E sebbene la vicenda rimanga ancora oggi affascinante, intricata e con molti punti oscuri, questa è e resterà l’unica versione dei fatti: quella raccontata dal solo protagonista sopravvissuto. | |
Scheda creata Mercoledi' 6 luglio 2016 | |
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