In una testimonianza del 1955 Barth così si esprimeva: "Debbo confessare che da anni e anni incomincio le mie giornate, grazie all'invenzione del grammofono, a cui non sarà mai resa sufficiente lode, con l'ascolto di Mozart, e soltanto dopo (per tacere della lettura dei giornali) mi dedico alla dogmatica Debbo anche confessare, per di più che se dovessi mai giungere in paradiso, domanderei anzitutto di Mozart, e soltanto dopo cercherei Agostino e Tommaso, Lutero, Calvino e Schleiermacher Ma quale spiegazione dare? Forse, in poche parole, questa: il pane quotidiano comprende anche il gioco Io sento che Mozart - il Mozart degli anni giovanili e quello più maturo, e come nessun altro - gioca Il giocare è però qualcosa che richiede abilità, e pertanto un impegno alto e severo Sento in Mozart un'arte del gioco, quale non mi è dato percepire in nessun altro Il bel gioco presuppone che si abbia una conoscenza infantile del centro - perché la si ha del principio e della fine - di tutte le cose Sento che la musica di Mozart scaturisce da questo centro" Il volumetto - realizzato nel 1956, in occasione del secondo centenario della nascita del grande musicista (1756-1791) - raccoglie quattro preziosi testi barthiani su Mozart, qui tradotti integralmente per la prima volta in italiano | |
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