Descrizione | |
Paura e consolazione sono i poli emotivi più caratteristici dell'intera letteratura apocalittica. Non a caso il genere si afferma nei momenti storici di maggiore smarrimento, come la persecuzione con la quale il potente di turno cerca di negare l'identità religiosa, culturale ed etnica di una comunità attraverso il terrore e la paura. Al tempo stesso, l'Apocalisse è parola di speranza che rinvia allo svelamento e alla rivelazione di un esito positivo dopo la tribolazione e alla visione di cieli aperti nei quali l'attesa umana diventa nuova creazione.
Nel suo studio, l'autore fa emergere i sentimenti che operano all'interno del testo o rimbalzano come reazione nel lettore, offrendo un’originale chiave interpretativa a uno dei libri più enigmatici del Nuovo Testamento. sommario Presentazione (G. De Carlo). I. I testi violenti scomodi dell’Apocalisse. II. Il potere della bestia e il demoniaco nell’Apocalisse. III. La sofferenza dei giusti nell’Apocalisse. IV. Il lavoro maledetto in Ap 18. V. Vedere e «vedere in Spirito» nell’Apocalisse. VI. La profezia nell’Apocalisse. VII. Il vestito e l’intreccio narrativo dell’Apocalisse. VIII. Lo Spirito e la sposa (Ap 22,17). IX. I popoli nella Gerusalemme escatologica di Ap 21-22. X. La storia e il suo discernimento nell’Apocalisse di Giovanni. XI. La città santa. Fonte dei testi. | |
Scheda creata Mercoledi' 19 luglio 2017 | |
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