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Angelo Gila ci conduce agli esordi della riflessione teologica sulla figura di Maria, restituendo a questa figura uno statuto di consapevolezza critica, di maturità religiosa e non solo di emozione e sentimentalismo. Frutto e coronamento di una quarantennale esperienza di ricerca e insegnamento, questa ricca pubblicazione guida il lettore in un aggiornato itinerario attraverso gli esordi della riflessione teologica sulla figura di Maria, Madre del Signore. Si tratta di un percorso condotto con lucidità, che vorrebbe aiutare a rileggere la storia della più antica mariologia con equilibrio, senza devozionalismi né polemiche previe, per restituire alla figura di Maria di Nazaret e al suo ruolo nelle tradizioni religiose cristiane uno statuto di consapevolezza critica, di maturità religiosa e non solo di emozione e sentimentalismo. Presenza che attraversa in maniera trasversale tutta la storia ecclesiale dell’Oriente e dell’Occidente cristiani, a salvaguardia dell’identità teologica di Cristo da ogni tentativo di relativismo e, insieme, quale garanzia dell’umanizzazione di Dio, la figura di Maria è qui ricollocata entro quella dimensione teologica e quella necessità storico-salvifica, attribuitele sin dall’Antichità, che ne determinarono la progressiva affermazione, fino a conseguire la centralità di cui ancor oggi gode la venerazione di Maria di Nazaret nella prassi religiosa e nell’esperienza della fede. Scrive nella prefazione Gabriele Pelizzari: “La figura di Maria di Nazaret offre una prospettiva privilegiata per osservare la complessità delle suggestioni, dei temi e delle dinamiche che intrecciarono la fitta trama degli esordi del cristianesimo...: il “discorso su Maria” fu molto spesso altro rispetto a una pura speculazione sul significato provvidenziale e teologico della fanciulla nazarena; esso, infatti, fornì una prospettiva complementare donde riflettere sul Cristo, la cui incarnazione non può che destare ancora oggi scandalo in chiunque sia disponibile a riflettere sulla distanza ideale che separa la natura umana da quella divina, il divino dall’umano. Fu uno dei rarissimi presidi per un’antropologia cristiana positiva, dove la creatura umana non è l’erede di una colpa e la responsabile dei peccati, bensì la collaboratrice del progetto di Dio e l’unica capace di essere Theotokos, capace di essere madre dell’Altissimo...; fu una storia come poche altre entro l’atlante teologico cristiano che, per essere ripercorsa, necessita d i essere intesa come storia ecclesiale, storia che coinvolge intere Chiese senza distinguere in esse tra clero e popolo, tra oratori e oranti... Il libro di Angelo Gila rappresenta in questo spazio di possibilità uno strumento prezioso”. L’autore propone dunque un percorso scientificamente fondato, articolato secondo il metodo storico-critico, offrendo al lettore e allo studioso una ricchissima messe di informazioni e una traiettoria di comprensione. | |
Scheda creata Lunedi' 25 settembre 2017 | |
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