Descrizione | |
Il significato della “testimonianza” nella vita della chiesa viene qui rielaborato delineando un concetto nuovo di martirio, svincolato dalla cornice puramente edificante e leggendaria in cui i martiri sono presentati di solito.
I martiri sono più un fenomeno di oggi che un ricordo di ieri. O meglio: in tutti i tempi, incluso il presente, vi sono stati ovunque cristiani che hanno affrontato liberamente la morte per la loro fede o per il loro impegno per la giustizia. Dall’estrema fermezza di questi testimoni della fede – che disprezzano il dolore e ambiscono alla vita eterna – arriva un segnale inquietante, provocatorio, scomodo per i cristiani “normali”. Che cosa significano i martiri per la vita di una chiesa mondiale e per la testimonianza da rendere al vangelo? È sufficiente porre la propria vita al servizio di una causa per la quale morire? E se uno decide di votarsi al sacrificio volontario, ciò deve per forza avere un senso anche per altri, per la fede e la vita di tutti i cristiani? E, infine: che cosa distingue un martire da un fanatico attentatore kamikaze? Riandando all’originaria teologia del martirio e prendendo posizione contro un utilizzo inflazionato del concetto, il libro approfondisce questi temi e li mette in relazione con la testimonianza dei tanti martiri contemporanei. Che cosa distingue un martire da un fanatico attentatore kamikaze? | |
Scheda creata Mercoledi' 11 ottobre 2017 | |
La collana GDT Giornale di teologia | |
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