Descrizione | |
Erio Castellucci Lettera di un vescovo a don Milani Collana: F11 Le ispiere Don Lorenzo Milani non era tenero con i vescovi. Era un «obbediente scomodo» per il quale la virtù non consisteva nell'acquiescenza e neppure nella rassegnazione o nell'accettazione passiva. Era invece libertà di parola, correzione filiale, dissenso leale e aperto, nella caparbia volontà di rimanere dentro la Chiesa e vedersi riconoscere dai superiori. Nient’altro ha fatto soffrire tanto don Milani quanto l’indifferenza, il sospetto e l’ostilità che percepiva da parte della Curia fiorentina e in parte anche dal suo vescovo. D’altronde non era certamente semplice fare i conti con un carattere forte come quello di don Milani, dotato di un linguaggio tagliente e provocatorio e di una personalità allergica a ogni compromesso. Sommario Premessa. Il vescovo come uno scolaretto. Il vescovo giù dal piedistallo. Lo spazio, il tempo e le competenze del vescovo. Il rischio del vescovo ingannato. | |
Scheda creata Lunedi' 1 aprile 2019 | |
La collana Le ispiere | |
L'ispiera è il raggio di sole che, penetrando da una fessura in un ambiente in ombra, illumina la polvere e si rende ben visibile nella semioscurità. Il termine compare nel Codice Riccardiano 1341 come traduzione di un passo del vangelo apocrifo dello Pseudo Matteo in cui si narra un gioco d'infanzia di Gesù che cavalca l'ispiera del sole |
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