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Fedone. Sull

MENDELSSOHN MOSES

Fedone. Sull'immortalità dell'anima

Morcelliana

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La prima edizione italiana del celebre testo del pensatore tedesco che, modellando il suo Fedone 
sul dialogo omonimo di Platone, rielaborò le prove dell'immortalità dell'anime 
e dell'esistenza di Dio ereditate dalla tradizione scolastica.

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Cela un lato irrazionale il tema dell’immortalità: è la paura della morte alle origini dei culti primitivi, nonché delle religioni classiche e dei monoteismi – ebraismo, cristianesimo, islamismo. 

Tuttavia è la ragione che ha tradotto quella stessa speranza d’immortalità nel rigore delle categorie filosofiche: a partire da Platone, che nella fine di Socrate elogia l’esercizio filosofico della morte, il tema dell’immortalità è stato diversamente declinato nei grandi sistemi metafisici, cercandone i segni, trovandone le prove. 

Il filosofo ebreo-tedesco Moses Mendelssohn nella sua opera Il Fedone, qui proposta in prima edizione italiana a cura di Francesco Tomasoni, riprende le argomentazioni platoniche nutrendole delle riflessioni filosofiche successive per renderle più efficaci, riscrivendo il Fedone in tre dialoghi fra Socrate e i suoi amici affermando l’immaterialità dell’anima. 

Lo spirito illuministico che risuona in queste pagine – il tentativo di elevare la figura di Socrate a universale o l’idea di Dio a concetto comune a tutte le culture e le confessioni religiose – destina loro una posterità: non a caso Kant le cita nella Critica della ragion pura. 
Su un tema tanto scandagliato, questi dialoghi rimangono un classico per la scommessa sulla ragione che vi traluce.   

L'autore
MOSES MENDELSSOHN (Dessau 1729 - Berlino 1786), autodidatta, nel 1754 si legò d’amicizia con Gotthold Ephraim Lessing, accostandosi alle posizioni dell’Illuminismo: fu Lessing che pubblicò anonimi i Dialoghi filosofici di Mendelssohn nel 1755. Nel 1763 vinse il premio dell’Accademia di Berlino per il miglior saggio di metafisica con lo scritto Sull’evidenza delle scienze metafisiche, prevalendo su Kant. Tra le altre sue opere si ricordano Sui principi fondamentali delle belle arti e delle scienze (1757) e Gerusalemme, o sul potere religioso e sul giudaismo (1783).

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Data ultimo aggiornamento: Lunedi' 9 marzo 2009