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WUERMELING HENRIC
Storia della Baviera
WUERMELING HENRIC, Storia della Baviera, Santi Quaranta
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In questo libro, equilibrato e pieno di curiosità, ironico e perfino brioso, si snoda avvincente e documentata l’intera storia della Baviera come principato, come regno, come “Stato Libero”, che ha una durata ultramillenaria: i Bavaresi derivano da una fusione tra i Celti, i Romani e diversi popoli germanici.

La Storia della Baviera di Henric L. Wuermeling non è solo una storia di guerre e di conflitti, ma una splendida cronaca che valorizza i grandi ‘padri’ della Baviera: da Ludovico il Bavaro a Massimiliano I, il vero artefice della Bavaria, che regna tra la fine del ’500 e la prima metà del ’600 con una dedizione allo Stato e al popolo che ha il sapore della leggenda. Altre figure importanti sono il re Ludovico I, che fa costruire tra l’altro la Ludwigstraße, e Massimiliano II che fa di Monaco la patria dell’arte e della letteratura. Poi c’è la parabola straziante e tragica di Ludovico II, il re ‘visionario’.

La Sancta Bavaria, fino alla Rivoluzione francese, è una terra ‘conventuale’ (cioè dipendente dai conventi) e signorile, nella quale i contadini sono trattati umanamente; inoltre la Riforma luterana non penetra in Baviera perché i monasteri hanno già applicato una loro reformatio cattolica, Montgelas, un ‘illuminato’ al seguito di Napoleone, secolarizza la Baviera, nel 1803: i conventi sono chiusi e i loro beni confiscati. Un immenso patrimonio culturale va perduto. Scrive l’autore: “L’abolizione dei monasteri è un fiasco sociale e finanziario” che impoverisce i contadini pass ati da un sistema paternalista a un altro (alle dipendenze dello Stato) senza alcuna garanzia comunitaria.

La Baviera è stata sempre gelosa della propria indipendenza, anche durante il regime hitleriano: se è vero che Monaco è “la città del movimento” nazista, è altrettanto vero che è la città tedesca in cui più forte si esprime l’opposizione al nazismo attraverso le figure del padre gesuita Rupert Mayer e del cardinale arcivescovo Michael von Faulhaber; del gruppo della “Rosa Bianca”; del colon nello Claus Stauffenberg che attenta invano alla vita del führer, il 20 luglio 1944, nella “Tana del Lupo” dentro la foresta di Rastenburg.

Il popolo bavarese è fortemente antinazista: già nelle elezioni del 31 luglio 1932, la Baviera è la regione che meno di ogni altra vota il partito di Hitler (poco più del 18% dei voti contro una media del 37,3%), dando la maggioranza assoluta al partito cattolico bavarese. Questa nazione, non a caso, ha donato alla Chiesa e al mondo Benedetto XVI, il Papa de lla Tradizione e della dolcezza.

Wuermeling conclude la sua Storia sostenendo che lo “Stato Libero” di Baviera è, nella Germania attuale, “custode del federalismo nell’Europa unita”.

Traduzione dal tedesco di ROSSELLA FRANCESCHINI
Con la collaborazione di GRAZIANO SERRA e FERRUCCIO MAZZARIOL
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Data ultimo aggiornamento: Lunedi' 13 febbraio 2012