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La prima introduzione al giudaismo «conservative»: la corrente del pensiero ebraico che si distanzia sia dall'ortodossia che dal giudaismo liberale. Conservative significa fedeli alla tradizione, ma attenti all'età moderna.
Con la traduzione del manifesto fondatore.
Questa prima traduzione di Emetveemunà (Verità e fede) ha un duplice significato: se per un verso contiene le Dichiarazioni su princìpi e valori del giudaismo conservative elaborate alla fine degli anni ’80 del Novecento, dall’altro è un momento di chiarificazione interno alla stessa comunità in relazione al pensiero filosofico e teologico di suoi alcuni grandi rappresentanti, come Abraham Joshua
Heschel.
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Conservative – aggettivo pressoché intraducibile in italiano – indica una visione del giudaismo coerente e al tempo stesso pluralista in merito alle problematiche introdotte dall’epoca moderna: il movimento femminile, le scoperte tecnologiche, la ricerca
biomedica, la questione nucleare.
Distinguendosi sia dal
giudaismo riformato sia da quello ortodosso, questa corrente ha la statura di un pensiero ma è orientato all’azione, è ancorato alla tradizione e al tempo stesso teso a rispondere ai problemi dell’oggi.
Al di là di facili contrapposizioni fra dottrine, leggerne i fondamenti, che pur descrivono una particolare identità religiosa, fa scorgere volti di un giudaismo non riducibili al caso isolato – quello americano – e intravedere un modello anche per le comunità ebraiche italiane ed europee propri
o nel loro confronto con la modernità. MMM |