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CITTON GIAN
CITTON GIAN, T
Poesie in dialetto feltrino
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Sparse nelle cinque sezioni di questa raccolta ci sono alcuni “rifacimenti” da poesie di Philip Larkin e di Norman MacCaig, poeti di lingua inglese del secondo Novecento. Non si tratta, dunque, di traduzioni, quanto piuttosto di trasposizioni, adattamenti a figure, a contesti o a stati d’animo vicini al modo di sentire di Gian Citton.

Le cinque sezioni titolano: OSTARIE, BIOGRAFIE-BIOLOGIE, BESTIE, ERBA ZHONCADA, FIORIN.

Naturalmente nella trasposizione delle poesie in lingua ing lese (contenute prevalentemente in “Biografie-Biologie” e in “Erba zhoncada”) l’autore ha operato una scelta di temi e situazioni che fossero assimilabili al suo ambiente figurativo e sonoro, poiché “il dialetto può essere voce solo del mondo che lo ha generato e che quel mondo racchiude”.

Scrive Gian Citton nell’introduzione che intitola “Furti, Consentimenti e Cascami”:
L’elaborazione di molti passi tratti da Larkin mi ha naturalmente costretto a discostarmi dalle intenzioni dell’autore; m a nel momento in cui le sue figure prendevano un aspetto simile a quelle che erano familiari al mio ambiente, e le sue vicende si configuravano nelle mie, quella simbiosi finiva col farsi trasposizione di esperienze personali su tracce o sinopie da ricreare con altre tinte.

Così il mondo larkiano si è man mano modellato entro quel contesto rurale o di bassa provincia in cui ho vissuto al principio degli anni Sessanta, e particolarmente in quello che avevo avuto modo di conoscere da vicino attraverso l’esperienza dei contadini emigrati, tornati a chiudersi nella loro terra arrampicata sulle sghembe coste pedemontane. E in quel mondo dialettale c’era anche la mia giovinezza che, adesso, riaffiorava alla coscienza da certe situazioni del poeta che più nettamente coglievano i miei stati d’animo di allora: le paure e la castrazione dell’educazione cattolica, la sessualità deformata nell’adolescenza, le amarezze delle delusioni affettive e un indefinito senso di solitudine. Così i passi che ho filtrato dal mondo di Larkin sono alla fine diventati più che un furto un consentimento: mie immagini pretestuose cui devo però riconoscere l’impronta di un comune DNA.

Il rimanente della raccolta è frutto di ispirazione originale: è el fiorìn, come titola l’ultima sezione di questo libretto. Fiorìn è la pula, il cascame del fieno secco che rimane quasi polvere sul fondo del fienile. Solo in questa accezione vanno intese le poesie originali che coprono gran parte del libretto.

Le poesie sono corredate dalla traduzione in lingua.
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La collana Le nuvole

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Data ultimo aggiornamento: Sabato 7 aprile 2012